COMUNE DI MORES
Cenni Storici
L’alto campanile neoclassico attiguo alla chiesa parrocchiale di S. Caterina, innalzato nel 1871, domina questo vivace paese di allevatori e contadini. L’abitato sorge sulle falde del Monte Lachesos, su terreno in pendio: il centro storico, non compromesso da costruzioni moderne, mantiene pressochè integro il proprio aspetto caratteristico, con vie strette e tortuose che offrono scorci interessanti, palazzetti a due piani monofamiliari disposti in contiguità, di rigorosa architettura; più larghe e regolari le strade dell’espansione ottocentesca, la cui prospettiva converge sull’alto, elegantissimo campanile neoclassico del 1871, attiguo alla chiesa di Santa Caterina, emblema e vanto del paese, certamente uno dei più pregevoli esempi di architettura ottocentesca in Sardegna. Di notevole interesse l’edificio dell’antico monte granatico, oggetto di un recente restauro.
Il paesaggio intorno al paese è assai dolce e vario, con appezzamenti coltivati che si alternano a vaste estensioni a pascolo e rilievi con vegetazione spontanea, con insediamenti sparsi che vanno dai ripari sotto roccia, con interessanti apparecchi murari in pietrame a vista che chiudono gli anfratti rocciosi, alle belle ed essenziali abitazioni rurali isolate nella campagna, alle aziende agro-pastorali più complesse e moderne, al vecchio opificio militare nella piana alle porte del paese.
Il nome Mores, documentato nel Medio Evo talvolta anche nella forma Moras, poterbbe risalire al latino amores (amorini). La sua esistenza viene fatta risalire all’alto medioevo, ma il suo territorio risulta essere stato popolato già nel 3000 a.C. Da secolo XI fino al1272 fece parte nel Giudicato di Torres della Curatorìa di Oppia. Fu sede di dipartimento amministrativo e poi marchesato. A seguito della conquista della Sardegna da parte dei Catalano-Aragonesi l’Incontrada di Ardara e Meilogu fu infeudata a Bernardo de Centelles il cui figlio nel 1442 vendette la Curatorìa di Oppia. In seguito la Curatorìa, dopo diversi passaggi, giunse alla famiglia Manca che nel 1614 la trasformarono in marchesato. Mores partecipò attivamente ai moti antifeudali che si svolsero nell’Isola sul finire del XVIII secolo.
Il paesaggio intorno al paese è assai dolce e vario, con appezzamenti coltivati che si alternano a vaste estensioni a pascolo e rilievi con vegetazione spontanea, con insediamenti sparsi che vanno dai ripari sotto roccia, con interessanti apparecchi murari in pietrame a vista che chiudono gli anfratti rocciosi, alle belle ed essenziali abitazioni rurali isolate nella campagna, alle aziende agro-pastorali più complesse e moderne, al vecchio opificio militare nella piana alle porte del paese.
Il nome Mores, documentato nel Medio Evo talvolta anche nella forma Moras, poterbbe risalire al latino amores (amorini). La sua esistenza viene fatta risalire all’alto medioevo, ma il suo territorio risulta essere stato popolato già nel 3000 a.C. Da secolo XI fino al1272 fece parte nel Giudicato di Torres della Curatorìa di Oppia. Fu sede di dipartimento amministrativo e poi marchesato. A seguito della conquista della Sardegna da parte dei Catalano-Aragonesi l’Incontrada di Ardara e Meilogu fu infeudata a Bernardo de Centelles il cui figlio nel 1442 vendette la Curatorìa di Oppia. In seguito la Curatorìa, dopo diversi passaggi, giunse alla famiglia Manca che nel 1614 la trasformarono in marchesato. Mores partecipò attivamente ai moti antifeudali che si svolsero nell’Isola sul finire del XVIII secolo.
Amministrazione
Municipio: Piazza Padre Paolo Serra, 1
Telefono:079-7079000–079-7079002–079-7079003- Fax 0797079045
Indirizzi mail:
affarigenerali@comune.mores.ss.it
protocollo@pec.comune.mores.ss.it
Sito internet: www.comune.mores.ss.it
SINDACO: Ing. Antonio DEMARTIS
eletto il 30.05.2011
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